lunedì 20 novembre 2017

La narrazione dello scheletro artificiale



foto di Jerome Bruner - 224 x 255



Fin dai tempi antichi la narrazione è stata il modello di comunicazione più valido e potente che sia mai esistito. La narrazione è pura persuasione dell'individuo.
Uno dei primi a raccontare e descrivere lo scheletro umano fu Leonardo Da Vinci. Egli può essere considerato il fondatore dell'anatomia. Inizia dal cranio, in quanto lo considera il punto di incontro di tutti i sensi e la sede dell'anima, per poi passare allo scheletro perchè considerato elemento portante della macchina umana.
Con lo scorrere del tempo e con l'avvento della tecnologia la narrazione si è incentrata sempre più sulla figura dell'uomo-robot,uomo dotato di esoscheletro computerizzato, in grado di sovrastare la divinità e sconfiggere la morte. Bisogna pure comprendere un punto di vista interessante dal punto di vista evolutivo, ovvero il livello di evoluzione che si è susseguito col passare dei secoli : gli strumenti prodotti dall'uomo sono la proiezione della capacità del suo cervello.
Jerome Bruner, psicologo statunitense vissuto nel XXI secolo, in uno dei suoi trattati "La sfida pedagogia americana", Roma, Armando 1996 , ritiene che l'uomo sia in grado di utilizzare la propria intelligenza per creare e utilizzare attrezzi e strumenti o espedienti tecnici che lo pongono in grado di esprimere e ampliare la proprie facoltà. Proprio il principio fondamentale da cui nasce l'esoscheletro.

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